giovedì 26 marzo 2009

Sun-bathing Gatto Mannaro, e un meme

Mi si chiedono notizie del fantastico duo Nico (cane Lagotto) e Paco (gatto mannaro emiliano); direi che hanno superato brillantemente l'inverno, il primo con una pelliccia che lo rende oramai simile ad un orsetto Ewok di Guerre Stellari, e persistendo ad essere talmente in moto perpetuo da rendere problematica qualsiasi foto (cerchero' di catturarlo prima della tosatura stagionale), il secondo ambientandosi al punto da essere totalmente disinvolto, meno mannaro ma pur sempre zannuto ed artigliuto, esploratore smaliziato di giardini-giungla malgrado abbia passato i suoi primi 12 anni di vita relegato in un appartamento al secondo piano.
Ammirate il gatto Mannaro mentre piglia il sole di marzo e fa prendere aria alle zanne.

Con l'occasione di questo post non-food, rispondo anche al meme nel quale mi ha gentilmente coinvolta Enrico,
Le Franc Buveur.
Grazie Enrico per questo "rilancio", ci ho pensato su un pochino, ed ecco 20 cose camuffate da 5, elencate in ordine sparso, alle quali non posso rinunciare :

- Alla speranza, malgrado tutto. Non so come e da dove rinasca sempre, forse e' una Fenice. Dev'essere per questo che amo Fanny di Harry Potter, e le sue lacrime curative.
- A sorridere e sdrammatizzare.
- Alle creme e ai prodotti per il viso ed il corpo, che uso da anni anni e anni, e che costituiscono un rito della cura di se' della mattina, per iniziare la giornata, e della sera, prima di dormire, anche se sono stanchissima.
- Ai libri, alla musica (oramai quasi esclusivamente iPod) e al computer - con internet - (per i contatti, le notizie col caffe' della mattina, i gossip di DListed, i downloads, e la possibilita' di trovare risposte, organizzare, scoprire, imparare, guardare dalla finestra).
- Al calore e all'innocenza disarmante degli animali che hanno accompagnato, ed accompagnano anche ora, la mia vita, perche' "ci si sceglie per farselo un po' in compagnia, questo viaggio in cui non si ripassa dl via", ed anche se Ligabue non pensava ad un gatto, un cane, o un coniglio, quando ha scritto questi versi, sono sicura che gli animali siano molto spesso migliori compagni di viaggio degli umani. E che ci scegliamo, senza saperlo, anche se il Caso governa tutto. Misantropa, eh ? Dev'essere perche' esco da una full-immersion di House, MD.

Rilancio il meme a chiunque voglia raccoglierlo, senza pressioni, anche perche' e' difficile normalmente non cominciare a grattarsi dappertutto sentendo la parola "meme", e comunque si rischia di imbattersi in qualcuno che ti risponda, giustamente, "meme tua sorella !" :).
Confesso tuttavia che mi incuriosirebbe sapere cosa scriverebbero Silvia e Laura, di
Ora di Cena e Papavero di Campo, su questo argomento.

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domenica 22 marzo 2009

Flan Leggeri di Topinambur & Zucca


Questo post di Le Franc Buveur di qualche giorno fa non ha fatto che acuire la mia curiosita' sui topinambur, gia' visti cucinare da Jamie Oliver, ed anche da Nigella, in diverse occasioni.
Mi sono capitati sott'occhio mentre facevo la spesa, e la curiosita' ha avuto la meglio.
A questo si aggiunga che, su una rivista di cucina di cui non ricordo il nome, avevo trovato una carinissima ricetta di flan senza grassi, bicolori, a base di carote ed asparagi, molto primaverili.
Il fatto che stanotte ci siano stati 2° di minima, in puro clima invernale, mi ha pero' convinta a sfruttare il topinambur insieme alla zucca per cercare si' l'effetto bicolore, e la leggerezza dell'assenza di grassi, ma con due ingredienti degni di un caminetto acceso.

Ecco quindi le dosi per 5 piccoli flan, dimensione stampini usa e getta cuki :
300 gr netti di topinambur - 300 gr netti di zucca - 2 uova + 2 albumi - 20 gr di parmigiano - sale.
Per la besciamella "aromatizzata" :
400 ml  di latte - 1 scalogno - 1 foglia di alloro - 60 gr farina - noce moscata - sale&pepe

Pulire e lavare topinambur e zucca, tagliarli a tocchetti, e cuocerli al vapore (al microonde, con apposito cestello vapore, sono stati entrambi pronti in 5 minuti). Frullarli separatamente, e metterli da parte.
Preparare la besciamella facendo bollire il latte con la foglia di alloro e lo scalogno tagliato a meta'; lasciare intiepidire a fuoco spento per 5 minuti, e poi filtrare con un colino, versando a filo il latte sopra la farina, in un'altra casseruola. Cuocere 5 minuti a fiamma bassa, mescolando con una frusta (sicuramente voi sarete piu' bravi di me e non farete venire neppure un grumettino; io invece l'ho dovuta filtrare alla fine per renderla liscia).
A questo punto preriscaldare il forno a 180°, mettere a bollire un bollitore d'acqua, e preparare una teglia capace. Foderare di film trasparente per alimenti 5 stampini di alluminio.
In due contenitori separati mescolare le due creme di verdure ciascuna con meta' della besciamella, un uovo ed un albume, meta' del parmigiano ed una spolverata di sale.
Mescolare bene, e distribuire delicatamente i composti negli stampini, alternando i colori.
Sbattere con cautela per pareggiare, cercando di eliminare le bolle d'aria, e completare ogni stampino con i colori opposti.
Disporre nella teglia, riempire fino a 3/4 di acqua bollente, ed infornare per c.ca 35 minuti.
In una nota di ottimismo meteorologico, ho accompagnato i flan con un pesto di fave ed erba cipollina, con poco olio evo non filtrato, e sale affumicato.

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martedì 17 marzo 2009

"Come evitare la manipolazione emotiva ?"

Questa foto mi da una sensazione di cambio di prospettiva, le cose sono sempre differenti se si prende "de la hauteur" e si guardano da angolazioni diverse. Qui la Senna, les Tuileries ed il Louvre, le isole della Cité e Saint Louis sembrano componenti per il Lego, in quest'immagine presa dall'aereo di ritorno da Parigi, un po' di tempo fa.
Nell'ambito di questo esercizio di cambio di prospettiva, ho trovato interessante questo breve articolo comparso su "D" di questa settimana. E' scritto da Robin Stern, psicoterapista specializzata in abuso emotivo, che insegna alla Columbia University di New York.

"Come evitare la manipolazione emotiva ? Da psicologa mi sono spesso imbattuta in un effetto 'Gaslight'. Lo chiamo cosi' da quel film (in italiano 'Angoscia') in cui Ingrid Bergman sposa un uomo piu' anziano di lei che vuole farla impazzire per impadronirsi della sua eredita'. Allora, oltre a farle scomparire degli oggetti dalla casa incolpandola, arriva ad abbassare il gas (la luce a gas, ndr), negando che ci sia un calo di luce, in modo da farla sentire pazza. Lei diventa sempre piu' confusa ed isterica. Nello stesso tempo e' riluttante ad incolpare il marito perche' vuol essere amata. La manipolazione emotiva funziona proprio cosi'. Puo' succedere col partner che vi accusa di farlo ingelosire ma anche con un capo che non e' mai contento di quello che fate o un genitore che boicotta la vostra autostima. Molte persone non si accorgono di essere manipolate ma avvertono un'ansia crescente quando sono con una persona particolare. All'inizio cadono nella trappola della spiegazione: giustificano un comportamento che le infastidisce per un bisogno di approvazione. A comportarsi cosi' sono soprattutto le donne. Spesso diventano isteriche mentre chi hanno di fronte e' imperturbabile. Perche' ? Io dico: controllate i vostri 'assistenti di volo' proprio come su un volo turbolento guardiamo le facce delle hostess per capire se ci sono dei problemi. Gli assistenti di volo possono essere i vostri amici ma anche l'istinto. Fidatevi. Cosa fare ? In genere i manipolatori hanno bisogno di controllare la relazione, mentre i manipolati desiderano approvazione e fusione. Il primo passo e' spegnere il gas: non fatevi coinvolgere in discussioni inutili. E' solo una lotta per il potere. Riconoscete due punti di vista diversi. Invece di arrabbiarvi mostrando i vostri sentimenti a riguardo e' molto meglio dire: 'Ho ascoltato e ci pensero', ma non voglio parlarne adesso', oppure: 'Hai ragione ma smettila di parlarmi con quel tono'. La cosa piu' importante non e' vincere una discussione ma essere trattati con rispetto. Tenete un diario (o un blog :) ? ndr): aiuta a mantenere un proprio punto di vista. Non esitate a chiedere aiuto a un amico, un genitore, un terapeuta. Solo valorizzando e sintonizzandovi sui vostri sentimenti e sull'integrita' della vostra vita sarete sulla strada giusta per cambiare o eventualmente troncare un rapporto."

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domenica 15 marzo 2009

Windy Vol-au-Vent alla Salsa di Noci

La Cucina Italiana di marzo colpisce ancora, con questa ricetta che sarebbe stata carina se il mio forno non avesse deciso di far lievitare i vol-au-vent come funghi malati, in preda ad una tempesta di vento.
Tuttavia ...

2 rotoli di pasta sfoglia pronta - 200 gr panna fresca - 160 gr di zucchero - 120 gr gherigli di noce - 60 gr latte - 14 gr fecola - 4 tuorli + 2 uova (ho messo 3 uova e 2 tuorli ... ) - sale - zucchero a velo.

La tecnica illustrata dalla Cucina Italiana per realizzare i vol-au-vent secondo me complica la vita inutilmente; io avrei ritagliato i cerchietti (col buco, intendo) di pasta e li avrei sovrapposti, previa spennellatura con l'uovo leggermente sbattuto sulla parte inferiore, sui dischi di diametro leggermente piu' grande ritagliati in precedenza. Invece, i Maestri consigliano di preriscaldare il forno a 180°, spennellare un disco di pasta con acqua, sovrapporre il secondo disco al primo, e ritagliare col taglia-biscotti dei cerchi di c.ca 6 cm di diametro. Questi cerchi andranno poi incisi con un taglia-biscotti circolare di diametro inferiore, facendo moderatamente pressione, fino a meta' dello spessore, ed andranno infornati per c.ca 20 minuti. I miei sono usciti dalla tempesta di vento conciati male, e niente mi toglie dalla testa che la tecnica di preparazione sia la responsabile. Una volta sfornati e raffreddati, andranno privati del cilindretto interno di pasta con l'aiuto di un coltellino.

Per la salsa, frullare le noci e lo zucchero, ed amalgamarli alle uova. Stemperare poi col misto di panna e latte, aggiungere fecola e pizzico di sale, e mettere sul fuoco a bagnomaria mescolando ininterrottamente, per c.ca 10 minuti.
Quando la salsa iniziera' a rapprendersi, mettere il recipiente in un bagnomaria freddo, e continuare a mescolare fino a raffreddamento.
Spolverare i vol-au-vent di zucchero a velo, e riempirli con la crema.

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mercoledì 11 marzo 2009

Insalata di Indivia & Carciofi all'Arancia


Io ed i carciofi abbiamo sempre avuto un rapporto difficile, forse perche' tutto sommato ci assomigliamo, con questo esterno spinoso che rende difficile raggiungere un cuore che pure e' grande, con questa facilita' a diventare neri e amari, e col fatto che tutti continuano a scambiarci per ortaggi mentre invece siamo fiori :)
La Cucina Italiana dedica questo mese diverse ricette al mio alter ego vegetale, e questa insalata, semplice e originale, mi ha accompagnata in ufficio per la pausa pranzo, ricca di gusto e promesse salutiste (omega 3 come se piovesse, anticolesterolo, dietetica, vitaminica, coadiuvante della digestione ...); insomma, e' buona.
Provatela, che diamine. Se snobbate i carciofi poi la prendo sul personale.

Per due persone
:
2/3 carciofi - 2 indivie - 1 arancia - una manciata di noci - olio - sale - pepe.

Lavare i carciofi e privarli delle foglie esterne piu' coriacee. Lavare e sfogliare le indivie.
Lavare un'arancia bio, gratuggiarne meta' della scorza, e poi tagliarla in due. Una meta' andra' spremuta, dell'altra andranno tagliati al vivo gli spicchi.
Tagliare a meta' i carciofi, privarli della barbettina interna, e farli a fettine sottili, che andranno al piu' presto cosparse d'olio per evitare che anneriscano.
Emulsionare il succo d'arancia e la scorza gratuggiata con olio, sale e pepe, e versare il tutto sui carciofi. Mescolare bene, coprire con una pellicola per alimenti e lasciare in frigo una mezzoretta.
Aggiungere poi l'indivia tagliata a piacere, le noci spezzettate, e gli spicchi d'arancia, e mescolare bene prima di servire.

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sabato 7 marzo 2009

Tortine allo Yogurt e Farina di Castagne

Un'amica oramai bolognese lavora in una scuola di lingue, che ha avuto la brillante idea di organizzare un corso di italiano abbinato ad un corso di cucina.
Nell'ambito della ricerca di riviste e siti esteri a cui inviare la pubblicita' dell'iniziativa (a proposito, accetto consigli), mi sono imbattuta in questa ricetta pubblicata su Elle à Table che, anche con la mia variante della farina di castagne al posto di quella di nocciole, trovo sia risultata semplice e deliziosa.
Sto gia' pregustando la mia colazione di domattina ...

1 vasetto da 125 ml di yogurt naturale - 2 vasetti da yogurt di zucchero - 2 vasetti di farina - 1 vasetto di farina di castagne - 3/4 di vasetto di burro fuso raffreddato - 3 uova - 1 bustina di lievito per dolci - la buccia grattugiata di un limone biologico - un pizzico di sale, sciroppo d'acero.

Per il Coulis di frutti di bosco :
Una confezione da 300gr di misto frutti di bosco congelati - Il succo di 1/2 limone - 50 gr di zucchero a velo.

Preriscaldare il forno a 180°.
Mescolare lungamente lo yogurt con un pizzico di sale e con lo zucchero, finchè questo si sarà sciolto. Aggiungere i due vasetti di farina setacciati col lievito e mescolare. Incorporare due uova, e il vasetto di farina di castagne. Aggiungere infine il terzo uovo, la buccia grattugiata di limone, ed il burro fuso.
Ne risultera' un composto abbastanza denso, che e' consigliato versare in stampini imburrati, anche nel caso che siano in silicone.
Il mio forno li ha cotti al punto giusto in c.ca 20 minuti, dorati e con la crosticina croccante.
Elle li consiglia riscaldati il giorno dopo, con lo sciroppo d'acero, o con un coulis di frutti rossi, da realizzarsi così :
la sera prima porre in un colino, a sua volta appoggiato su un piatto, il contenuto di una confezione da 300 gr di frutti rossi congelati, e lasciarli in frigo a perdere acqua tutta la notte, coperti da una pellicola trasparente che deve sfiorare la superficie dei frutti.
Il giorno dopo frullarli col succo di limone e lo zucchero, e setacciare con un colino per eliminare i semini (la prossima volta che vado da Eataly mi compro quel micro chinois delizioso, questa serie di rinvii d'acquisto comincia a diventare stupida). Lasciar riposare in frigo per qualche ora.

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