mercoledì 30 dicembre 2009

Un 2010 di Lucciole. In Network.


Un nuovo anno arriva, portandosi dietro la solita quindicina di giorni di applicazione di buoni propositi. Con essi le speranze, le piccole ambizioni.
Sono sempre stata animata, nella scrittura e nella comunicazione in genere, da un'istintiva ricerca della sintesi, quindi parlando di social network ho da un po' abbandonato il modello di esibizionismo prolisso e adolescenziale di Facebook, e mi sono spostata su Twitter.
Qual e' il legame tra la speranza, la sintesi e i social network ?
La speranza per me e' legata alla comunicazione, semplicemente. Al contatto. Diononvoglia al calore, al sorriso. La loro rarefazione nel quotidiano reale, per noi che camminiamo soli tra le innumerevoli difficolta' che fanno assomigliare la vita alla versione noiosa di un tremila-siepi, e' un tarlo costante.
Perche' ora anche nel quotidiano virtuale e' diventato cosi' difficile scrivere e commentare con sincerita' e freschezza, e col sorriso, scambiando quelle briciole che sono come lucciole che illuminano il percorso, oltre a segnarlo, cambiando a volte con la loro forza inaspettata il colore di un giorno ?
E' possibile che nel nuovo anno scriva meno ricette, e piu' post telegrafici e non di varia natura, perche' vorrei recuperare l'idea iniziale di questo blog, che era "Giorni e Nuvole", e che vuole mantenere la sua integrita' ridicola e démodée, rimanendo al di fuori dalle pubblicita' di stampi in silicone e sottilette, e dai diecimila aggregatori tristi, dall'omologazione e dal numero di fans e di followers ... per mantenersi in contatto con chi cerca il contatto su tutto cio' che ci succede, non solo in cucina. Un angolo invenduto visitato da alcuni fedelissimi, e da diversi viaggiatori occasionali che leggono i post piu' inaspettati (quanti fan di Bruno Catalano ci sono nel mondo, e a quanti interessa per esempio l'argomento della manipolazione emotiva ! Quanti si interessano al tofu e al biologico chilometro zero !), e che ogni tanto lasciano commenti affettuosi, o secchi, ma mai volgari. Lucciole.
Buon 2010 alle lucciole, e ai cercatori di lucciole.

Ho trovato l'immagine inserita nel post qui.

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domenica 13 dicembre 2009

Moelleux di Patate Dolci

Questo moelleux e' il risultato di un incrocio tra ricette di torte alle patate dolci antillesi e cubane, e le proporzioni degli ingredienti di questo esperimento subiranno di certo varianti in futuro (cominciando con un uovo in piu' e un po' di latte di cocco in meno).
Tuttavia come primo tentativo non e' male, ed ho pensato di pubblicarlo nell'ambito del mio trip da Grinch della patata dolce, che rifugge il ricettario classico di Natale, spaventando mamme e bambini.

Proporzioni per uno stampo da cake da 30 cm :
250 gr patate dolci lessate e sbucciate - 100 gr burro - 200 gr latte di cocco - 100 gr zucchero di canna - 2 tuorli + 2 albumi - 100 gr farina 00 - una bacca di vaniglia - 30 gr uvetta sultanina - rum, acqua, pizzico di sale.

Preriscaldare il forno a 180°. Ammollare le uvette in 3 cucchiai di rum ed uno di acqua.
Frullare le patate dolci lessate insieme al burro ammorbidito e al latte di cocco. Sempre nel mixer, aggiungere lo zucchero, i tuorli, e la farina setacciata. Frullare finche' l'impasto risultera' liscio e setoso. A parte montare a neve i due albumi, insieme ad un pizzico di sale.
Unire all'impasto i semi grattati dalla bacca di vaniglia, e le uvette insieme a circa la meta' del rum+acqua in cui erano immerse.
Con una spatola incorporare un buon terzo degli albumi montati, mescolando con fermezza dal basso verso l'alto. Unire il resto degli albumi, sempre incorporando aria con lo stesso movimento della spatola (il moelleux non ha lievito, ma non per questo vogliamo che sia un mattone, vero ?).
Imburrare ed infarinare uno stampo da cake, e riempirlo con l'impasto.
Cottura in circa un'ora, calando eventualmente a 150° nell'ultimo quarto d'ora.
Lasciare raffreddare pazientemente, il moelleux e' troppo cremoso da caldo, deve lentamente acquisire la sua consistenza definitiva. Servire spolverato di zucchero a velo.

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sabato 12 dicembre 2009

Il Circo Stanco

Le ombre della sera calano verso le cinque del pomeriggio, qui in Romagna, ed il freddo, l'autentico freddo "di una volta", comincia a farsi sentire, dandomi a tratti quell'energia capricorniana che emerge in questa stagione, ma solo a certe temperature oramai rare.
Io e Nico passeggiamo a zero gradi nella tarda serata (io imbacuccata in un doppio giro di sciarpa, con cappello da gang e stivali da guerriglia urbana, Nico con pelliccia invernale e passo svelto).
Torniamo ansimanti, accolti dal caldo all'arancia-cannella del mio soggiorno, e dall'occhio semichiuso di Paco, che sonnecchia nella cesta davanti al termosifone. Sono tornata ad ascoltare musica, che per tanto tempo mi era stata rubata, e a ricostruire la mia libreria di iTunes, mentre al momento YouTube riproduce in looping Paolo Nutini e JP Nataf.
Gli elementi per la serenita' sembrano esserci tutti, ma questa manca, assente fissa, rimpiazzata da una continua sensazione di galleggiamento in assenza di gravita', di apesanteur (mi manchi, Bashung, l'orchestrazione e la voce in Madame Reve, ecco, senza parole, "... on est loin..."), dispersa nel buio dell'universo, mentre l'astronave e' lontana. Can you hear me Major Tom ?
Il circo di Natale e' sottotono, gli assistenti di Babbo Natale sono stanchi.





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domenica 6 dicembre 2009

Sformati di Patate Dolci & Pancetta


La patata dolce mi ricorda mia nonna Angelina, che cucinava un ragu' favoloso, e che quando in questa stagione usciva in bicicletta per andare allo "spaccio", portava a casa sacchetti di lupini, e deliziose patate americane gia' pronte cotte al forno, vendute insieme alla zucca.
Le ricette con le patate dolci sono diffusissime sui blog francesi, forse anche causa delle contaminazioni della cucina della Réunion, e ho trovato diverse fonti di ispirazione, tra cui questa, che ho poi riadattato realizzando questi sformati.

Per 6 sformatini:
270 gr di patate dolci lessate (3 di media grandezza) - 220 ml latte di cocco (fatto in casa, quindi molto liquido) - 1 uovo - 60 gr ricotta - 1/2 cc paprika affumicata - 1 vaschetta di pancetta a dadini - sale&pepe

Non trovando il latte di cocco, ho lasciato c.ca 50 gr di cocco essiccato grattugiato a mollo in c.ca 400 ml di latte di soja, per tutta la notte. La mattina ho filtrato strizzando con un telo, ed ottenuto c.ca 300 ml di "latte di cocco", profumato ma totalmente liquido. E' possibile quindi che se voi troverete il latte di cocco in lattina il quantitativo necessario sia inferiore, ed il composto vada un poco diluito col latte.
Pulire e lessare le patate dolci per 30 minuti, e sbucciarle e frullarle con la meta' del latte di cocco, piuttosto a lungo, in modo da ottenere una crema liscia.
In una padella antiaderente far saltare la pancetta fino a renderla croccante, e scolarla su della carta da cucina.
Si puo' gia' preriscaldare il forno a 180°, e mettere a bollire dell'acqua per il bagnomaria.
A parte sbattere l'uovo con la paprika affumicata, la ricotta, il resto del latte di cocco, due bei pizzichi di sale e un paio di macinate di pepe. Unire i due composti mescolando bene, incorporare i 2/3 della pancetta, e aggiustare di sale solo se necessario.
Spennellare di olio di oliva una teglia preformata in silicone, distribuire sul fondo di ogni formina qualche pezzetto di pancetta, e versare il composto fino a riempire.
Cuocere a bagnomaria per c.ca 30 minuti, controllando che non coloriscano troppo.

Ho servito con una insalata vagamente Henriette-inspired di carote, sedano rapa, scagliette di mandorle tostate ed uvetta rinvenuta nel karkadé (grazie Piergiorgio Parini). Il tutto ha preso forma grazie ad un coppapasta, ed ha acquisito aroma supplementare con una emulsione montata col minipimer, fatta di latte di cocco, olio evo, poco sale ed un pizzico di "4 épices" (pepe, cannella chiodi di garofano e noce moscata).

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